Siamo ormai giunti alla fine di novembre. Mentre si consumano gli ultimi giorni d’autunno, il clima diventa giorno dopo giorno più freddo. Questo significa che è il momento di prepararti per l’inverno. Ci sono alcune cose che devi fare. Preparare il tuo guardaroba pesante da sfoggiare all’esterno; tirare fuori i pigiami pelosi e le coperte di pile per stare in casa; fare scorta di cioccolata calda. E, ovviamente, accendere i termosifoni.
Ti sei mai chiesto se esistono delle norme che regolano l’accensione del riscaldamento? Se la risposta è “no”, be’… molto male! Perché esistono e sono importanti da conoscere soprattutto se vivi in un condominio.
Quando si accendono i riscaldamento nel 2020?
Le regole per l’accensione del riscaldamento sono disciplinate da da una legge ben precisa: il DPR n.412 del 26 agosto 1993 (prima ancora c’era la norma n.10 del 9 gennaio 1991). Quindi, chiunque voglia accendere il riscaldamento nel 2020 deve attenersi a essa, come sempre si è fatto (e come sempre si farà probabilmente). Questo, ovviamente, se parliamo di sistema di riscaldamento centralizzato. Se, invece, abiti in una villa con impianti di riscaldamento autonomi, allora sei libero/a di accendere i termosifoni quando vuoi. Stessa cosa se i tuoi riscaldamenti sono gestiti da un contratto di servizio energia che già da solo consente un grandissimo risparmio energetico.
Come funziona il riscaldamento centralizzato in condominio?
Si parla di “riscaldamento centralizzato” per i condomini che hanno un’unica caldaia dalla quale attingono tutti i singoli appartamenti. Dal 2016, tutte le caldaie centralizzate sono munite di valvole di contabilizzazione che riescono a determinare il consumo di ogni singola unità immobiliare. Grazie a questo sistema, è possibile ripartire la spesa energetica in modo equo tra i condomini.
La legge 412 si occupa di regolare quando è possibile accendere i termosifoni e il numero di ore giornaliere in cui tenerli in funzione. Queste regole si sono rese necessarie per il risparmio energetico. La ricerca dei soli materiali ecosostenibili per realizzare una casa è cosa buona, ma non basta da sola!
Quando si possono accendere i riscaldamenti?
Il giorno in cui si possono accendere i termosifoni e la durata massima giornaliera del loro funzionamento è decretata dalla legge che prevede una suddivisione della penisola in sei aree climatiche. Queste zone sono state individuate sulla base delle temperature medie che si registrano nei diversi periodi dell’anno. Ne consegue che le esigenze di riscaldamento dei cittadini siano diverse a seconda di dove ci si trovi. La legge ne tiene debito conto.
Le diverse zone in cui è suddivisa l’Italia sono le seguenti:
- Zona A: comprende i comuni di Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle. I riscaldamenti vanno accesi dal 1 dicembre al 15 marzo per massimo 6 ore al giorno;
- Zona B: comprende i comuni di Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani dove i riscaldamenti possono funzionare dal 1 dicembre al 31 marzo per 8 ore al giorno;
- Zona C: comprende i comuni di Imperia, Latina, Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto. Qui i termosifoni possono essere accesi massimo per 10 ore al giorno dal 15 novembre al 31 marzo;
- Zona D: comprende i comuni di Genova, La Spezia, Savona, Forlì, Ancona, Ascoli Piceno, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Pesaro, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Siena, Terni, Viterbo, Avellino, Caltanisetta, Chieti, Foggia, Isernia, Materna, Nuoro, Pescara, Teramo, Vibo Valentia in cui dal 1 novembre al 15 aprile il riscaldamento può rimanere acceso per 12 ore al giorno;
- Zona E: comprende Alessandria, Aosta, Asti, Bergamo, Biella, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli, Bologna, Bolzano, Ferrara, Gorizia, Modena, Parma, Piacenza, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Treviso, Trieste, Udine, Venezia, Verona, Vicenza, Arezzo, Perugia, Frosinone, Rieti, Campobasso, Enna, L’Aquila, Potenza che dal 15 ottobre al 15 aprile usufruiscono del riscaldamento per un massimo di 14 ore al giorno.
- Zona F: comprende i comuni di Cuneo, Belluno e Trento dove non è prevista alcuna limitazione per il funzionamento del riscaldamento.
È chiaro che si passa da aree più calde a aree più fredde.
Eccezioni alla regola per l’accensione del riscaldamento
Il calendario di accensione del riscaldamento può essere rivisto e modificato dai sindaci nel momento in cui si verifichino alcune esigenze. Anche i singoli utenti possono attivare il riscaldamento in “anticipo” o “fuori tempo massimo” se ne avvertono la necessità. Tuttavia, possono farlo solo per metà delle ore massime previste per la propria zona dalla legge.
Gli orari precisi di accensione o di spegnimento devono essere decisi autonomamente dai singoli condomini. Nel caso degli impianti con valvole contabilizzate, non ce n’è bisogno.
I limiti di temperatura del riscaldamento condominiale
Non è finita qui! Ci sono anche dei limiti a norma di legge per quanto riguarda le temperature massime del riscaldamento condominiale. Il decreto legge 551/1991 le indica sia per gli edifici pubblici che per i privati.
- Per le abitazioni, le scuole e gli uffici si possono raggiungere massimo i 20° (con una tolleranza di 2°);
- per gli impianti industriali, invece, si può arrivare massimo a 18°.
È importante rispettare queste normative non solo perché si può incorrere in delle sanzioni se si violano o perché si sprecano delle risorse importanti per la natura. Devi considerare che entrare e uscire da ambienti chiusi troppo caldi provoca uno sbalzo termico che può facilmente portare il corpo ad ammalarsi (e quest’anno non è proprio il caso!).
Ora che sai tutto a proposito dell’accensione del riscaldamento condominiale, non ti resta fare altro che goderti il tepore dei tuoi termosifoni (almeno per il tempo che dura!). Per tutto il resto, c’è la coperta di pile!
